Riprendendo il formato del panorama, l’arazzo dal titolo Un corpo che si infiamma unisce diverse fotografie termiche scattate da Rebecca Moccia nel 2022 tra Giappone, Stati Uniti, Inghilterra ed Italia nell’ambito della ricerca dell’artista attorno allo stato emotivo della solitudine e la sua politicizzazione.
Nell’arazzo la temperatura delle cose ritratte viene restituita oltrepassando la sola gamma cromatica dell’immagine digitale-informazionale materializzandosi attraverso gli stessi filati scelti. L’artista ha infatti lavorato intrecciando lana e plastiche, basandosi sulla capacità delle diverse fibre di trattenere o meno il calore, e sulla morbidezza o la ruvidezza delle superfici che esse restituiscono.
“[…]sembrano avere il compito di trasformare la materia in un correlativo oggettivo della qualità dell’immagine. Si tratta di uno slittamento concettuale che investe la nostra fiducia rispetto alla macchina e frantuma l’assioma tra tecnica e verità, deviando l’attenzione verso la necessità di relativizzarne l’affidabilità. La memoria di queste immagini è innanzitutto quella di “geografie sensuali”, come direbbe Laura Marks, che pur venendo dalla frontiera della somma numerica abitano e si spostano nel mondo.” (Da La terza via dell’arte. Rebecca Moccia di Vincenzo Estremo, Flash Art)