Ruben Montini (1986) vive e lavora a Verona. Interprete della cultura queer ed erede delle rivendicazioni sociali anni '60 e '70, ne esprime la precarietà con il linguaggio performativo e ne racconta la resistenza con l’installazione. Le sue poesie visive, fatte di lettere in broccato sardo, di testi cuciti con richiami all’estetica della tradizione, fissano momenti intimi come parabole di vita sociale; raccontano l’amore, la paura, la sessualità dell’individuo nella sua contemporaneità.
Ha partecipato a numerose mostre internazionali, in istituzioni pubbliche e private, tra gli altri: Villa Adriana, Tivoli; Aleš South-Bohemian Gallery, Hluboká nad Vltavou; Prometeogallery di Ida Pisani, Milano; Dům umění města Brna, Brno; MKC, Spalato; Circolo Paolo Pieroni, Venezia; MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro; Museum Europäischer Kulturen, Berlino; Royal School of Needlework, Londra; Bang! Festival!, Bruxelles; Tenuta dello Scompiglio, Lucca; Museum for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia; Museo Ettore Fico, Torino; Oratoire du Louvre, Parigi; Fargfabriken, Stoccolma; Bienal del Fin del Mundo, Buenos Aires. Nel 2019 è tra i finalisti del XX Premio Cairo, Palazzo Reale, Milano. È rappresentato da Prometeo Gallery di Ida Pisani, Milano.